Lo scrivente non è profeta, ma è una figura psicologica in estinzione. Diplomandosi alla scuola di recitazione del teatro “Delle Dieci” di Torino, ha superato le prove ostiche sotto il regista Massimo Scaglione, Silvia De Rossi, Tina Donniacuo, Fulvia Roggero, Maurizio Tropea, Valeriano Gialli e le sorelle Suburbe di Torino.

Iscritto e fondatore della Compagnia teatrale SKENÉ di Aosta, come in un gioco Pirandelliano. Così è (se vi pare)…

Annibale e il teatro. Per lui è scoperta invenzione lavoro passatempo istruzione terapia socializzazione sfogo enciclopedia. I documenti teatrali sono forse più facilmente leggibili, perché, senza rinunciare alle spesso intricate allusioni alla vita politica valdostana, l’autore fa riferimento anche a fatti e personaggi di più robusta sostanza, come i personaggi del grande teatro. Annibale ha raccolto una volta i rapporti 1, 2 e 3 in un unico fascicolo. Qui parte tutto dal teatro e ogni tanto scivola, come è consuetudine del nostro autore, in autobiografia e in invettiva. Ci sono brani come quello sul tempo di evidente bellezza. Leggiamo.

COLPO DI SCENA D’AVANSPETTACOLO DA III MILLENIO

Geniale il mio genio

sta nell’azione

venderò cara

la mia pelle

al miglior offerente

solo se a scopo TEATRALE

Dopo mille giorni d’angoscia filoantropologica per un sentimento planetario filodrammatico non violento.

Andrò da solo a Auschwitz, depositerò dei fiori sulle tombe dell’Olocausto, sputerò sulla croce, imbraccerò il mitra e con lo zaino proseguirò la strada dell’infinito fino a incontrarmi con quel Godot di Samuel Beckett.

Col mio teschio in mano dodici pupi rossi e un fascio di fiori con pervicacia proseguirò la strada verso Oriente il Sud del mondo. Durante il percorso d’actor attraverserò la Boemia mi fermerò a Wansee (Berlino) per un recital con le sorelle Suburbe.

Se mi è consentito proseguirò per la Crimea a piedi virando per le foreste vergini, mi fermerò a Yalta, aspettando Godot, nei margini del lago scaverò una fossa depositerò il mio AMORE platonico lo metterò al sicuro l’occulterò nella terra, ricoprirò la fossa depositerò dei fiori ci sputerò sopra e proseguirò la strada che non vedo più perché è già notte, per l’appunto.

Rannicchiato vicino alla fossa aspetterò l’alba con intelligenza, volontà, azione, libertà, pulsazione del corpo, ignoranza, violenza, paura, concupiscenza, analizzando durante il mio scrivere solo così l’azione ha un fine.

Senza limiti di tempo perché il tempo non ha limiti altrimenti il tempo tornerebbe alle origini del tempo e perderemo il conto del tempo contando il tempo del tempo nel tempo stesso parallelamente non si sa perché il tempo è corto e lungo, verticale, orizzontale, rotondo, incolore e quando il tempo non sa di niente è meglio lasciarlo perdere che trovarlo è tutto tempo sprecato a voler spiegare le origini del tempo stesso senza andare alle stelle per misurarne l’altezza per datare il tempo perché solo il tempo ci uccide, e ci riuccide per tutta la consumazione dei secoli, ma il tempo dicono che non si consuma, ma intanto ci consuma e ci uccide. <<

Proprio quando meno ce l’aspettiamo. E così tutto questo tempo non è bastato a porre limiti di tempo, al tempo stesso non c’è altro da fare, il tempo è fatto di niente, non si muove, non resta, non conta, ma conta, non ritorna, non se ne va il tempo, ci sfugge, il tempo è tutto, il tempo è niente.

Passa senza troppo tempo, non dà tregua a chi lo ha fatto perché è fatto di niente e niente può fermare il tempo, che passa e non ritorna mai, nemmeno se ci impiccassimo il tempo non torna a contare su di noi perché il tempo è uguale per tutti e abbiamo tutto il tempo di RECITARE tutta la vita come hanno fatto i nostri antenati come stiamo facendo noi e come faranno gli altri, non per niente il “topo disse al noce dammi tempo che ti copo” e non si arresta più perché verrà un altro giorno e tutto questo tempo l’ho impiegato parlando da solo e con me stesso altrimenti non avrei mai pensato a niente cosa che mi è sempre più difficile.

La tragedia è come il tempo diventa storia solo se ti coinvolge altrimenti è aria fritta nello stesso tempo “niente da fare”.

Ecco in sintesi cos’è il tempo e come il denaro più ne fai meglio è solo che tutti abbiamo più tempo che denaro e lo investiamo aspettando colui che ci ha fatto da niente per niente perché non gliene frega niente, ma io non mi rassegno e così ho passata un’altra notte sognando da solo al freddo con la pancia vuota sopra la fossa col mio zaino il mitra e un fascio di fiori e la speranza che presto arrivasse la FINE.

Cioè l’alba con la mia bella ALBA per ristorarmi le membra avvertendo sotto la pelle la violenza la paura e l’arrivo di GODOT…

Consapevole della mia NULLITA’ mi pare di vederlo sbirciare dal canneto, elegante, enorme con la barba bianca e di mille colori col cappello in testa alla bolero, l’universalità dell’ampiezza della sua fronte mi raggiunge come un pugno nello stomaco, mi sveglio, è già giorno, eccolo lì, in carne e ossa adesso ANNIBALE non sto sognando, è proprio LUI, lui, lui …Godot… proprio come lo immaginavo, vorrei chiedergli quanto tempo è passato, ma è ancora troppo distante, gesticola con certe specie di pale e senza braccia così malfatto figurati se può darmi una mano per aiutarmi a togliere gli uomini da questa dannata PATRIA GALERA, eppure sembra mio padre che non c’è più da quarant’anni, si è LUI, ma che cazzo vuole questo vuoi vedere che è tornato per picchiarmi perché la capra aveva mangiato di nuovo l’insalata?

“NON C’È NIENTE DA FARE”.

L’ondeggiare delle canne mi impedisce di discernerlo meglio e stabilire quanto è GRANDE, sembra senza piedi, ma che razza d’impronte può lasciare sulla TERRA, questa specie di animale alato che è un ammasso di colori che si scompongono e si ricompongono simili ai colori virtuali ecologici con talento rugoso dell’automostro a tre bocche detto RICCARDO pittore di Aymavilles, ma non sarà mica il padrone del canneto e del Mar Nero questo Godot, cosa vuoi che ne sappia lui del “GIARDINO DEI CILIEGI” e della RIVOLUZIONE D’OTTOBRE.

Da stamattina che aspetto, sono passate una ventina di ore è tornato il crepuscolo anzi è già notte e la brina mi è caduta addosso e mi ha riempito di pustole, questo posto è infetto e pieno di zanzare, ho la febbre sto morendo ho voglia di impiccarmi a quel SALICE per vincere la paura il freddo e la fame ed ecco che ricompare di nuovo, ma cosa mi sta succedendo vedo i fantasmi, eccolo che si avvicina, ma da dove viene effettivamente… Ho freddo vorrei morire.

E così non penso più a niente. Nemmeno a questa testa di cazzo che somiglia ad un fantasma, anzi uno SPETTRO identico al padre di AMLETO e se fosse davvero mio padre! o suo padre!!

Ho fame e poi in questa palude non ci sono né rape né carote, non solo, ma è buio pesto, non farei a tempo a beccarne una. Chissà domani. Come è bello sognare ad occhi aperti. Come cespugli sotto una quercia, ma quel figlio di puttana sarà o non sarà mio padre o il RE di Danimarca o quell’ostico e scellerato GODOT pensandoci bene se uno dei tre fosse davvero quel che penso io allora è fatta… stasera si balla… perché

Sarei ricco anzi felice, non farei nomi nemmeno sotto tortura, mi sposerei con trecentosessantanove donne per avere un figlio al giorno con qualche scarto in dieci anni chissà quanti figli avrei! Io sono ignorante e quasi analfabeta, non saprei nemmeno contarli, forse un migliaio. Anzi contiamo con i fagioli, ecco ce ne sono 3.000 e passa: in 20 anni avrei esattamente 7.320 figli con nuore e generi e quindi non ho rivali e tanto meno le corna – ecco chi era tuo padre – perché all’origine solo Dio era il primo maschio. Quello che non sanno gli uomini di adesso, dal paleolitico al neolitico dall’era dell’acciaio alla plastica, seguendo la pista di una COMMEDIA SURREALE, anche tu scoprirai la verità occulta da milioni di anni, la verità va cercata anche nella RESINA in un BOZZOLO della SETA e nell’aria avvolta dalla CERA delle API dopo di che non serve la verità ritrovata IN QUANTO INUTILE.

Quanti figli dicevo di già che avevo in vent’anni. Oh già 7.320 figli superdotati come il padre ANNIBALE e di madri lolite avvenenti e belle come ELENA figlia di GIOVE e LEDA al ritmo ipnotico della musica del ROCK in una sola notte di LUNA PIENA, con un testa a testa dopo 9 mesi mi regalerebbero esattamente 7.320 nipoti a testa quanto io ho impiegato 20 anni, ma considerando inoltre seguendo la scia del loro padre, in 366 giorni e 369 mogli quanti nipoti e pronipoti ho già e il gioco continua per altri 10 anni e poi 20 forse meno.

Io ho già 60 anni meno 20 d’infanzia, in 40 anni ho ripopolato il mondo da solo con 369 donne, numero legale simbolico e universale, ma avrei raddoppiato il numero di 6 miliardi tra figli, nipoti e pronipoti se non avessi perso il TEMPO in masturbazioni mentali, questa è un operazione che puoi fare anche tu e, con VANGELO alla mano, chiunque e chiunque potrà vedere con occhi e toccare con mani chi è (e non chi era) SUO PADRE. E sua madre. Anzi “DIO e DIA” in carne e ossa. E la sua stirpe potrà migliorarla o annullarla o raddoppiarla se ritiene necessario alla faccia delle inquisizioni di SPAGNA, FASCISMI, ipocrisie religiose, muri del PIANTO, ISLAM e ISLAMICI, SERBI e CROATI, RUSSI, CINESI, BRITANNICI NERI e AMERICANI, colonizzatori del MONDO, SANTI e PAPAPAPALINI, rei di OLOCAUSTI, fame, vergogna e odio nelle viscere della terra.

Già oltre DUEMILA ANNI FA uno strampalato cantore o TEOLOGO, a RAPIMENTO avvenuto con AMORE a opera di PARIDE per giustificare una GUERRA inutile che durò dieci anni, si inventò il RATTO o stupro ai danni della povera ELENA che finì come finì, ma questa speriamo sia leggenda. Ma la guerra di 10 anni tra Sparta e Atene ci fu esattamente come adesso, poveri contro i ricchi, credenti contro i non credenti, disoccupati come me contro i prepotenti, e alieni alla cultura e alla ricerca scientifica e archeologica, come il sovrintendente e l’assessore con il loro seguito, candidati ai Beni corporali archeologia sport e turismo.

La mia battaglia concerne:

Nomination en qualité d’agent temporaire. Monsieur MOLINARO ANNIBALE,

Nous avon le plaisir de vous informer que le Gouvernement valdôtain, dans sa séance du 26 Août dernier, a approuvé votre nomination en qualité d’agent temporarire, au poste de Fouilleur archéologique (4° grade) auprès de l‘Assessorat du Tourisme, des sports et des biens culturels Surintendance des biens culturels et des sites, à compter du 1er septembre 1994 jusqu’au 31 Mai 1995, aux conditions prévues par la loi régionale n. 3 du 28 juillet 1956, modifiée.

Veuillez agréer, Monsieur, l’expression de nos salutations le meilleures.

LE PRESIDENT

Dino VIERIN

Ma per fortuna prossimamente toccherà a NOI e alle superstiti 369 EROINE avvenenti. OSANNATE grideranno, GIUSTIZIA È FATTA, lo hai voluto TU…, VIGLIACCO!!! Signor POZZO il capitalista detto GODOT, sfogliando il CATALOGO di coscialunga ALBA PARIETTI troveranno l’indirizzo con le foto dell’UOMO ideale e in 40 anni ripopoleranno il mondo come adesso e meglio di ADESSO. Sulla terra c’è posto per tutti e “chi ben comincia è a metà dell’opera”, per me nuova epopea, epifonema sentenzioso e sognante.

Fantasmagorico! Sarò il primo mortale che ha visto GODOT. Ma è meglio restare quel che sono un sessantottino, un mancato ROMANZIERE un ANARCHICO scapolo e solitario tanto anche gli altri vogliono restare soli con se stessi perché io dovrei restare solo e con LORO?

Loro chi? Non lo so, questi sono gli scherzi del TEATRO DELL’ASSURDO.

Avrò un futuro????????!!!!!!!!! Ma sì passerà la TEMPESTA, canteremo una sola NOTA d’Addio se il BARCO dovesse affondare con l’equipaggio è importante aver visto e toccato TERRA per una volta nella VITA!!! ne è valsa la pena??!!

Geniale il mio genio

sta nell’azione

venderò cara

la mia pelle

al miglior offerente

solo se a scopo teatrale

Il copione sconcio non è

stato riletto né dallo scrivente

per mancanza di tempo…

perché solo il tempo

ha il potere di consumare la terra

“niente da fare”

Aoste, li 28/05/1995

Annibale Molinaro

 

 

RAPPORTO 2

Signor GODOT,

mi sa tanto che voi siete venuto qui per una amara ritorsione: si dice che ci avete fatto di argilla, ecco dove sta la vostra fallibilità: avreste potuto farci in lega.

O che ne so io di aria colorata alla Riccardo pittore così tutti avremmo lo stesso peso e lo stesso valore.

Non siete stati capaci di creare i bambini immuni al raffreddore, agli orecchioni, alla varicella, ai pesticidi, al cancro, all’AIDS, invece ci avete fatti di carne e ossa, esattamente come i cani e per di più a vostra immagine e somiglianza, bella roba, in più dotati anche di spirito anima o coscienza. Potevate farne a meno visto che dopo morti, si dice che riprendete l’assenza, ma io con il mio pensiero e il mimo, parodiando come un animale vivente, ho già regalato la mia coscienza ai miei simili facendo l’attore teatrale. To’ beccatevi questo.

 

Ma vede signor Didi io non sono venuto per questo e nemmeno per assistere alla vostra esecuzione, ma perché mi annoiavo e poi ho anch’io il diritto di visitare la mia TERRA, no?, di già che non pagate la tassa pagate almeno in natura.

Come sarebbe a dire Signor Godot non vi capisco chi siete esattamente, da dove venite, cosa volete da me, perché siete venuto adesso che sono solo e chi mi crederà che vi ho visto e poi con quella faccia da libidinoso, mica volete avere un orgasmo con me, vi sbagliate, sapete io non sono fatto per queste cose e se ci provate, urlerò chiedendo aiuto, no anzi con il mio mitra vi sparerò due pallottole in bocca così giustizia è fatta.

Vede Signor Didi da quando ho creato la terra non ho più indirizzi degli uomini e mi sono precipitato di persona per incontrarne uno qualsiasi per fare due chiacchiere, tutto qui, punto e basta, allora mi sono sbagliato

Signor Godot, scusate tanto per il malinteso la prossima volta starò più attento

No signor Didi non ci sarà un’altra volta perché ho cambiato idea e voi, volente o non volente, adesso verrete con me, punto e basta, perché non posso lasciare andare in giro per il mondo un individuo come voi, con quel “coso in mano”, anzi con quel fucile in mano. E per di più testardamente e parallelamente avete imboccato la strada dell’infinito, per raggiungermi precocemente. E per di più siete sciocco perché non sapete che due parallele non si incontreranno mai.

E per di più siete proprio da ammazzare perché non sapete, da vero terrone, che il cinquanta per cento del valore e territorio della Valle d’Aosta è di proprietà assoluta dei ecclesiastici, clero e giacobini assassini, e il trenta per cento è di proprietà della Regione Autonoma e il venti per cento è dei poveri centomila diavoli e venite a chiedere a me giustizia con quel “coso” in mano, ma io con un ceffone sul muso vi farò girare tre milioni di volte su voi stesso, con la speranza che impariate una volta per sempre contro chi si deve sparare con quel “coso” che quasi quasi vorrei fare anch’io come voi, Compagno Didi Annibale, visto tutti questi disastri e guerre che succedono sulla mia terra.

Dovete smetterla di prendervela con il Presidente della Giunta Regionale della Valle d’Aosta, ma puntare il dito su una donna, la Saffo che dirige e scombussola le istituzioni della Valle d’Aosta e per di più è una confidente, anzi è tutta culo e camicia della mafia politica e dei falsi inquirenti, facendo impazzire il tuo stimato Questore e la Magistratura del lavoro, la Magistratura inquirente e la Magistratura Giudicante e con questo ho detto tutto. I falsi indagatori ve lo stanno mettendo in quel posto senza sapone e non risparmiano né uomini, né donne, né bambini.

Ma signor Godot chi è questa donna? Non sarà mica quella che vi fottette la mela?

No Signor Didi Molinaro non è la prima donna ma l’ultima.

La conoscerai se non ti farai accoppare o arrestare prima del tempo, perché è proprio qui che casca l’asino. Voi continuate a scrivere pagine e pagine amare nei miei confronti, continuate pure la vostra AZIONE con l’obiettivo di emancipare le donne e in particolare le commercialiste, le segretarie d’azienda, le consulenti della mafia, perché sono anche loro la peggiore razza quando nascondono il “LIBRO BIANCO” prima dell’arrivo della FINANZA, per controllare i conti in nero del Signor POZZO detto Godot.

Vi autorizzo a fare di questa nostra conversazione, uno spettacolo teatrale! e Che ne parlino tutti i telegiornali del mondo! Solo così il vostro vissuto e genio e la vostra AZIONE avranno un senso anzi un fine,( ma senza il mio aiuto non toglierete un ragno dal buco).

Visto che mi avete consigliato di farne teatro io ne farò teatro organizzando il mio vissuto per collegare un certo funzionamento espillato dal di dentro per non sentirmi una larva bensì una novità punto e basta. Ma non basta perché solo Didi può immaginare lo stato neurofisiologico di un metafisico pensante e come arrivare a risolvere il problema della COSCIENZA scavalcando l’Autocrazia Aostana perché inammissibile come tutte le Autocrazie nel mondo e come avanguardista di fine secolo XX.

Può servire una mia teoria empirica sul comportamento esterno dell’Attore durante e dopo la concentrazione. Non è facile spiegare, ma con la conoscenza e le parole esatte si può per esempio dittongare: una sola lettera dice niente ma se colleghiamo la K nella parola incompleta LUCY otteniamo il nome esatto del proletario Mammoliti interprete di LUCKY di SAMUEL BECKETT; quindi LUCKY non è GODOT e POZZO non è LUCKY. Il doppio aspetto dei nomi, signora maestra, mi cagiona mutamenti psicologici e, nel caso specifico degli EPIFENOMENISTI, viene spontaneo chiedersi se nella loro quotidianità riconoscono l’esattezza degli stati PSICOLOGICI.

Resto quindi nella mia singolarità con i processi del cuore, fegato, reni singhiozzo, milza pianto e riso, materia prima per attore finito, e uguale agnosticismo. Quindi tutto resta inconoscibile, ma se immagini la velocità o la dimensione della LUCE ottieni l’infinito, quindi la LUCE ha o non ha INIZIO o FINE? E perché tutte le grandi scoperte sul nascere generalmente sono sempre molto contrastate???

Non mi fermo alla descrizione del CREPUSCOLO di BECKETT, ma scelgo IDEALISMO E MATERIA e lascio agli STUDIOSI di rovistare nel colabrodo tra ISOTROPO e ANISOTROPO tra MONISMO e DUALISMO, ma non si sa perché io insisto a percorrere parallelamente questa strada per l’INFINITO

“FINITO non c’è più niente da fare”

Aosta, 25/05/1995

Annibale Molinaro

 

 

RAPPORTO 3

Ma non anticipiamo dissacrazioni, considerando che è come una MODA ormai vedere un EBREO moderno indossare una maglietta con l’immagine di HITLER e con una bandiera in mano con la croce uncinata, trionfante, o un giapponese di Hiroshima che si avvolge addosso una bandiera americana.

O una strage di Stato tipo Piazza Fontana, incolpando l’ANARCHICO PINELLI innocente e defenestrato dalla Questura di Milano e non parliamo di Brescia e della strage del treno Italicus a Bologna, come una mazzata alla Capitale del Comunismo mondiale e non parlo di un mare di giovani in tutti gli angoli del mondo con distintivi e tatuaggi che si vendono dappertutto anche, in Farmacia come terapia consigliata dal medico di fiducia pur di farsi chiamare moderni anzi NAZISKIN, la mia ricetta è sempre la stessa o EPURAZIONE o catastrofe STELLARE.

DIO PERDONA, LE DONNE VERE E GLI ANARCHICI NO!!!

Se per te, MAI PIU’ LA GUERRA è un’utopia, tieniti il marchio coniato nella tua anima:

che la PACE e la GUERRA sono il destino dell’uomo.

Così pensando anticipi anche tu l’OLOCAUSTO, ma io ai superstiti lascerò questo copione con la formula per il ripopolamento e la conservazione della specie umana.

Conosco bene quel signore che tu adori e pretendi che tutti lo adoriamo ciecamente, il tuo ordine e come “oppio dei popoli”, ma noi persone sane e libere non ci caschiamo. Quel tuo amico so che mi sta aspettando e sfruttando da oltre un milione di anni e si chiama esattamente Signor Pozzo, l’imperialista, che si spaccia per Godot. Lo sto cercando per fare due chiacchiere so che non è virtuale e nemmeno spirito, è di carne e ossa, ma della peggior specie umana.

Mentre gli uomini liberi recitano l’autobiografia del FASCISMO e l’ipocrisia RELIGIOSA, il vampiro si è nutrito del sangue SOCIALISTA beffandosi del resto del mondo. Si dichiara GIUDICE azzeccagarbugli e con poteri occulti si offre di avere cura di noi godendo dei privilegi che il sistema gli garantisce. Divertito mi sbatterà in galera, o in manicomio, perché io contrario al capitalismo incontrollato e al neo imperialismo, agli acchiappa miracoli e succedanei. Questo Signor Pozzo va giudicato e occorre agire per tempo e di conseguenza, altrimenti presto il secondo Olocausto.

Ma com’è costui? Uomo di malaffare, quindi intrattabile, alluvionante, seminatore di morte dal cielo, non risparmia donne, vecchi e bambini, un autentico imprenditore, falso, arrogante, tangentista, malandrino, ‘ndraghetista, democristiano, camorrista, mafioso. Brilla soltanto per le sue avare carità pelose e ci mostra la corda e il debito pubblico ogni qual volta i conti non gli tornano, d’altronde come fanno i GOVERNI ILLEGALI NEL MONDO, ma l’industriale Pozzo detto GODOT agli anarchici non la dà a BERE, neanche gli SBIRRI a servizio dei padroni che creano danno e disoccupazione e che in nome della legge ci hanno ipotecato persino l’anima e se non gli ubbidiamo pecorescamente ci mandano all’inferno eterno, una condanna esigua di fronte un ergastolo. Ma che PALLE si sono inventati? L’inferno? Sì l’inferno. E la GLADIO ROSSA. Come se non bastassero le PALLE dei cannoni e degli OBICI che piovono fuoco e piombo sui popoli poveri o in lizza per un confine o religione o per usurpazione di miniere di oro e gioielli o perché non la pensano come gli STATI UNITI D’AMERICA. E altri statarelli invece cercano di difendere il capolavoro TEATRALE di Dino Buzzati “IL DESERTO DEI TARTARI” e la lotta continua.

Va bene: mi indebiterò per riscattare le Botteghe Oscure di Roma, sede della mia anima, come simbolo per solidarietà alle generazioni del terzo millennio.

Ho fatto una scommessa con me stesso, dopo tutto questo tempo, ho trascorso un’altra notte di fame e di freddo. Con un tranello spingerò Signor Pozzo detto Godot dall’altra parte del Mar Nero per un duello Rusticano corpo a corpo con Amleto. Esattamente in quell’ettaro di terra coltivato a Papaveri Rossi come un dipinto di VAN GOGH. Coi papaveri e senza cespugli, ma rimboschito di ciliegi, il luogo è di proprietà di L’jubav Andreevno Ronevskogo e lo metterò a confronto col mercante ALEKSEEVIC LOPACHIN che riscattò il CELEBRE GIARDINO DEI CILIEGI tramandato a noi come opera del DRAMMATURGO ANTON CECHOV che teatralmente la compagnia SKENÉ mi ha fatto planare addosso come un gabbiano ferito sparato da Signor Pozzo per far sentire a questo Pozzo le grida della Signora L’Jubov Andreevna Ranevkaja mentre si dibatteva nella stanza dei Bambini.

Urla ferita… “Io amo questa casa, senza il giardino dei ciliegi la mia vita non ha più senso per me… se proprio bisogna venderlo, allora vendete anche me, insieme col giardino… (abbraccia il simbolico, o vero, GODOT e lo bacia sulla fronte – mio figlio è annegato qui, capito? Piange).

Le lacrime sono strumentalizzate tutt’oggi dagli esattori e venditori d’indulgenze. Con l’alibi del peccato originale. Ma chi vivrà vedrà la terza GUERRA MONDIALE, ecco cosa sta facendo quel Pezzo di Pozzo detto Godot. E mi balena nella mente quanto scrisse BERTOLT BRECHT “Beato quel popolo che non avrà bisogno di NOI”, ma io lo sento nel cuore che l’umano si ripeterà se resteremo disoccupati per volontà o incapacità degli occupati… tiranni e in mala fede.

Oplà ecco di nuovo il giorno, basta con i sogni, voglio vederci chiaro, dov’ero rimasto? Ad aspettare Godot, ma non c’è più anzi non è mai esistito, mi sa tanto che ho bisogno del neuro. Eppure la palude è la stessa con le sue rane e zanzare, le canne i salici la quercia gigante… Questa poi, ma se ricordo bene ieri quella quercia non c’era anzi non c’è mai stata, questa bella quercia carica di ghiande somiglia a una Papaia e se fosse l’albero del pane, ancora meglio. Che ne direbbero i miei compagni albanesi e quelli del terzo mondo, sicuramente non perderebbero tempo aspettando Godot, affamati come sono si abbufferebbero di ghiande come confetti, alla faccia dei disoccupati che chiedono pane, pallone e televisione…

Ma non basta abbuffarsi da soli, bisogna piantare altre querce, una per ogni mille piedi per tutto il mondo e farne del mondo: un giardino come quello dei ciliegi di LOPACHIN! Allora sì che ci siamo, cari compagni.

Ssssssssss ho sentito un grido, qualcuno sta chiamando aiuto, i lamenti provengono da sotto l’albero, ma quale albero, ce ne sono tanti qui. La quercia? Vado a vedere, ma come faccio a raggiungere la quercia, il luogo è impenetrabile e pieno di sabbie mobili. Non c’era un altro luogo per piantare questa bella quercia con tutto il resto del mondo fertile?

E insiste a chiamare aiuto. Debbo fare qualcosa è sempre un essere umano almeno della voce; non sarà lo spettro di ieri accovacciato sotto un cespuglio della Quercia che grida aiuto per attirarmi e poi saltarmi addosso? Ma io ho il mitra, e mi difenderò se dovesse fare scherzi.

A meno che non sia caduto nel burrone.

Ed eccolo è proprio lui, Signor Pozzo che si spaccia per Dio oppure Godot caduto in quella fossa, larga a perdita di vista e profonda quanto è larga. Ecco, a occhio e croce la fossa è grande quanto tutto il pianeta terra e l’ombra della Quercia copre tutta la superficie.

Dev’essere bello spassarsi la vita all’ombra, con la pancia piena e senza lavorare, per migliorare il Giardino dei Ciliegi e la casa di Via Botteghe Oscure, cosa ne sarà della stanza dei bambini adesso e pionieri dopo???? È meglio non pensarci, fatti loro nel mondo ci sono tanti venditori quanti compratori.

…Oh ci credi? Faccio finta di cadere e mi precipito da LUI. Detto fatto. Sembra che corra verso di me, ma non arriva mai in tempo, ha già consumato la terra, implorerò agli dei di fermare il tempo, sono come S. Tommaso: voglio vederlo da vicino toccarlo, fare due chiacchiere. Sarò il primo mortale che ha visto LUI, GODOT. Chiederò il silenzio stampa e mi riserverò i diritti d’autore, a meno che non mi chieda cosa fanno tutte queste pietre e perché l’acqua del Mediterraneo è uguale all’acqua del Mar Nero e nella fattispecie perché l’aria e la terra e il mare sono sorvegliati ininterrottamente dall’alto dei cieli. Allora sì che non saprei rispondergli. Ma se mi chiederà dei lavori pubblici incompiuti, interrotti dalla SOVRINTENDENZA AI BENI CULTURALI della Valle d’Aosta, allora svuoto il sacco, faccio i nomi, basta con l’omertà, le colpe sono della ragione che non ragiona e chi non ragiona non ha ragione di legiferare stile calendegreche come ha fatto a Mosca, ridotta a un cumulo di macerie la “CASA BIANCA”.

Le altre colpe sono dei due senatori, Poinçon e Wattman il ragazzo e l’anziano con il loro dio personale quaquaraquà di Cittanova perché in questo paese non si muove foglio che Lui non voglia e c’è di più anche il Galantuomo Sovrintendente delle Belle Arti e Beni Corporali della Valle d’Aosta, spalleggiato dall’assessore della Pubblica Distruzione che da anni ci ha promesso un Teatro invece ci tocca recitare in una stanza come conigli e l’insegnante si incazza perché non sente la nostra voce e c’è di più, presto l’ufficio di collocamento sotto pressione mafiosa lo chiameranno AGENZIA DEL LAVORO.

Così il lavoro nero sarà il fiore all’occhiello dei vari politici e non ho finito: anche il Papa Rosso ha la sua parte visto che per la quinta volta a Luglio verrà ospitato qui in Valle d’Aosta con un costo pressappoco diciamo di dieci miliardi sottratti ai contribuenti onesti e questa Regione non mi rinnoverà il contratto di lavoro come SCAVATORE ARCHEOLOGICO, perché dice che sono finiti i soldi, però ho letto sui giornali che con delibera da certi politici farabutti sono stati stanziati per pubblicità turistica un miliardo e seicento milioni oltre altri miliardi di regalie alle reti di ascolto e alle squadre di calcio di Berlusconi per poi incassare una manciata di milioni.

Ma scusi signor Godot non si arrabbi così io ho bisogno di sfogarmi altrimenti da solo combinerò un massacro contro questi potenti già inquisiti e riciclati e solo la Magistratura inquirente e la Magistratura del lavoro e la Magistratura giudicante possono mettere rimedio…

In Valle d’Aosta c’era un Giudice Coraggioso, ma dopo quattro anni, allo scadere del mandato, non glielo rinnovarono perché si chiamava MARIO VAUDANO adesso sbattuto a Roma forse sta scrivendo le sue memorie, anzi un libro intitolato “Le mani legate”. Legate da chi? Volete vedere, signor Godot, che questa volta qualche sbirro o un pentito farà il vostro nome.

E da un tribunale qualsiasi partirà l’ordine come un ciak cinematografico e vi ammanetteranno mani e piedi nel modo che da noi in Calabria si dice scaprettamento.

Adesso basta ho fame e freddo e ho parlato troppo, prima o poi anche a me toccherà questa fine, era meglio se mi impiccavo da piccolo così non pensavo più a niente nemmeno a voi signor Godot che sembrate Dio in persona.

Ma scusate, signor Godot, perché portate quel cappello firmato Lucky Mammoliti?

Mi presento, io non sono GODOT, mi chiamo signor POZZO. Tutto il mondo deve sapere come mi chiamo.

Ah! no! signor PIZZA volete dire!

Insomma tornando da capo, tutte queste terre sono mie e se non proprio mie sicuro di mio padre e vi ho tenuto legati per tutta la vita, dall’origine del mondo, per non farvi addormentare sulle mie terre e non cadere nei fossi .

Mammamiasantissima aiutami tu adesso lo ammazzo, questo pazzo Pozzo o Pizza.

Ah! Sìì!?

Visto che anche i lupi si firmano agnelli, il mio atto di nascita è firmato 17 ottobre 1917, to’ beccati questo!

Un pugno nello stomaco e non si piega, un calcio nei coglioni e non fa una piega, un cazzotto nei denti, sputa sangue e mi ride in faccia e non reagisce, ma non sarà mica invulnerabile, questo colosso di carta pesta.

Vuoi vedere che il segreto della sua invulnerabilità sta proprio nel cappello che a sua volta era di Giorgio detto Lucky Mammoliti e voilà fatto glielo strappo lo butto atterra glielo pesto, gli sparo un colpo, lo lancio nell’aria glielo crivello di colpi col mitra.

Ricade a terra, glielo ficco in testa, in bocca e nel culo, del cappello non c’è più traccia, il capitalista Pozzo, se lo è ingoiato.

E zitto a denti stretti leccandosi le bave, mi pare che ha detto: Compagno trattiamo, ci sono modi e modi per trattare un proprio simile. Con questa violenza voi altri impiegati e operai. Chiedete sempre l’aumento. Ci state riducendo alla fame non so dove andremo a finire. Secondo me la storia si ripete.

Caro signor Pozzo tutti quelli come voi devono finire alla Berlina. Parola di Annibale Molinaro detto il Boliviano. “Il sorce disse al noce dammi tempo che ti copo” e prima che così sia ritiro il silenzio stampa. Perché disse ANTONIO GRAMSCI ai suoi accusatori: Giudici delle toghe nere voi avete rovinato l’Italia. Spetta a noi Comunisti salvarla, così alla meno peggio ho sfatato il ritratto di quel Godot di Samuel Beckett. La mia cupidigia è una ricerca metafisica pensante gratuita e senza scopo di lucro, sono contro ogni dogma religioso causa di sciagure suicidi guerre fame regresso e speculazioni truffaldine papaline.

 

 

Cerchiamo ancora nel voluminoso dossier di Annibale esempi di scrittura letteraria, di osservazione e riflessione sganciata dalle sue vicende personali. Troviamo un resoconto di viaggio, che contiene una recensione teatrale e molte riflessioni sull’arte scenica.

 

 

GLI ITINERARI DI ANNIBALE

Itinerario 1

OGGETTO: BUBBONE

ANALISI STORICA RIVOLUZIONARIA VALDOBOSNIACALABRA…

DALLA VALLE D’AOSTA ALL’ENTROTERRA ROMAGNOLO E VICEVERSA

Mi concedo una trasferta di lavoro per cimentarmi da curioso, su uno spettacolo teatrale fuori dai tradizionali teatri imbarbariti di tappeti, poltrone, tende, rumori esterni, odori, camerini fatiscenti, acqua fredda, sipari aranciati.

“Il nuovo sacro” incantesimale è stato di gran lunga superiore alla magia. Alle quattro del mattino fino all’alba, trovarsi inseriti dentro lo spettacolo, tra dune di sabbia e onde del mare in una spiaggia libera tra Rimini e Riccione, sotto la luna, a cielo aperto e mare minaccioso.

Spettacolo riuscito, sperimentato dal giovane Regista ed Attore Gianluca Reggiani, che ha preso le vesti di Prospero (Duca di Milano) nell’Opera di William Shakespeare La Tempesta.

Perché gli attori e spiriti danzatori hanno scelto di esibirsi alle 4 del mattino fino all’Alba… per 10 repliche, a cielo aperto nell’isola “Praetoria”, spazio scenico naturale che racchiudeva a 360° spettacolo e spettatori, nel sito ameno di ricordi e di cultura, proprio come in un viaggio di ritorno per stabilire l’ordine turbato e ottenere Giustizia???

Dissipati gli incontri, Prospero ottiene il pentimento del fratello e le nozze di Miranda con Ferdinando figlio del Re di Napoli, perdona il sovversivo Calibano e restituisce l’agognata libertà ad Ariel che abbandonata l’isola, solennemente rinuncia alla magia per ritornare nel suo ducato… a tempesta finita…

Prologo e plusultra vedere tutta la scena sotto un riferimento stellare e a velocità orizzontale: barca, rumori, frutti di mare e di bosco, attori, sabbia, spettatori, lampi, tuoni, Monica Canducci come spirito dell’aria, musica di Battiato, coltellate, pentimenti e per finire il cerchio con Ariel che con la sua magia e con rito solenne unisce in matrimonio in nostra presenza gli esuli Miranda e Ferdinando.

Un amore nato durante la tempesta che tutti i giovani in una notte bianca vorrebbero assecondare, aspettando sotto la Luna, coinvolti nella tempesta teatrale con una bomboniera in mano, una vera conchiglia marina, e senza accorgersene è spuntata l’Alba… un altro giorno, un altro secolo, un altro millennio, il terzo, forse il quinto millennio, il miliardesimo millennio. Da non dimenticare, però, che in questi 100 anni abbiamo distrutto l’ecosistema.

Il tempo scorre così veloce che fa perdere il conto, ma vale la pena VIVERLO, per viverlo in assoluta libertà, come in un eterno spettacolo irripetibile… quale è la VITA…

Solo gli Attori, “scalognati”, vivono due volte perché sanno EVOCARE, evocano il passato e prediligono il presente, con spirito “Orfico…”

E mi fermo qui, da bravo ANARCHICO…

…fino al prossimo spettacolo comune a tutti…!!

Interpretare un personaggio è un dramma relativo se per simbiosi diventa un conflitto con se stessi! Ma non per un appassionato di Archeologia che per 17 anni con queste braccia ha rimosso centinaia di metri cubi di terra rinvenendo pietre scolpite, cocci, monete imperiali, ossicini di feti mai nati…!? tumuli con scheletri intatti, corredi e oggetti di rilevanza storica risalenti a Giove.

Per noi, arrancare dal neolitico alla caduta dell’impero Romano, dal V secolo d.C. a 3500 anni a.C., è diventato come un gioco da bambini. Siamo danzatori tra Dolmen, Cromlech e Stele antropomorfe, ameni santuari all’aperto, allineati con precisi riferimenti astronomici “tramandandoci il linguaggio del tempo remoto” come ricotta fresca appena schiumata dal siero del latte sotto forma di scultura monumentale su pietra antropomorfa.

Studiosi e archeologi contemporanei sono alle prese per individuare il “Sì e il No” di come ricomporre uno specchio infranto, con l’obiettivo cognitivo di individuare i sentimenti, il dramma dell’ignoto, labirinto a ritroso verso le origini dell’uomo proiettato dall’incertezza del futuro verso gli DEI.

È chiaro che i Dadaisti di allora sono come gli Americani e i Russi di adesso. Con enfasi copernicana questi sono andati sulla Luna per lasciare le orme della nostra specie, importando bandiere, targhe incise, simboli cromatici, codici terrestri per comunicare con eventuali extracomunitari. RISULTATO ZERO.

Similmente gli scultori di allora, che ci hanno tramandato “Dei di Pietra” visibili al Museo Archeologico di Aosta e in numerosi altri luoghi, dal Caucaso alla Scozia, al Messico. E resto così dell’opinione analitica con l’azzardo che i nostri ricercatori, come l’uomo primitivo, vogliano scrollarsi di dosso la rabbia che nasce nel chiedersi il PERCHÉ SIA SUCCESSO.

Si tratta dunque di una “Curva chiusa”…?!

Tutto questo spiega: perché da milioni di anni Vi affardellate con tutti i sentimenti pieni di paure, gioie, dolori, olismi, colori, umore, amori, complesso di Edipo e Fedra, speranze, odori e puzza interiore ed esteriore.

Tutto per farci accettare da un nostro simile, come artisti creativi o come persone pensanti, e non come animali.

Ecco come interpreto, con reminiscenza d’artista, questi 5 mila anni di stele antropomorfe che ci hanno tramandato “Dei di Pietra”. Scavando nel passato è chiaro che anche la storia ha il suo Museo, la sua Arte e il suo Spazio Scenico per spiegare il diagramma sociale e replicarlo come in una poesia quasi Dadaista con solo due colori “Luce e Ombra”. Anche tu puoi disegnare il lato oscuro della Storia, stile Riccardo pittore di Aymavilles che con le viscere ha chiodato “l’Auto Mostro” con tre bocche, ispirato forse da quel regista inglese Peter Greenaway: “L’Arte è un lusso che è bene non prendere troppo sul serio quando un terzo del Pianeta muore di FAME“.

Questo andrebbe ricordato anche ai caproni o alle corvette della doppia legalità e della non arte. Qualunque spettacolo alla Bertold Brecht non finisce mai se non comincia…! E potrei continuare, ma mi è difficile comporre due spettacoli in un atto unico; un artefice di teatro mi costringerebbe ad osservare il copione.

Eppure ci sono voluti quattrocento anni di spettacoli, dall’Opera Teatrale La tempesta di William Shakespeare, perché il mostro sacro Reggiani traghettasse i giovani da mezzanotte all’alba di un nuovo giorno, allo scopo che nessuno il sabato sera si schiantasse contro un palo.

E non sottovalutate il suono micidiale e angoscioso delle sirene dell’ambulanza e della Polizia, e le sgommate dei malavitosi che scorrazzano per non farsi raggiungere. Nelle grandi città simili spettacoli notturni sono gratuiti anche con scene di sangue, se così vi piace. E la piccola Valle d’Aosta non è da meno. Sempre che l’assessore alla Cultura e Spettacolo recepisca il messaggio… Staremo a vedere!!

Mi affido alle addette al Protocollo.

Per dovere di cronaca…

TRAGEDIE UMANE EVITABILI.

Se si sapesse trascinare i giovani del sabato sera al successivo sabato sera e poi di nuovo al successivo fino alla conservazione del tempo che è ostile anche agli adulti…

E con spirito provocatorio rievoco Il sabato del villaggio, forse di Leopardi, e il già recitato da Cesare Pavese “La sfida al tempo che non passa mai”. Udite, udite! Persino le ragazzette del villaggio per passare la nottata sognavano che “Accadesse Qualcosa”, disposte ad assistere anche alla nascita di un bambino, come in un dì di festa.

Oppure vedere dal paese un incendio che distruggesse la città. O vedere il più alto grattacielo cadere sotto i loro occhi…, purché “Accadesse Qualcosa” in quella notte che non passava mai. Unico spettacolo gratuito immemore che resta ai giovani di allora e di adesso, proni di fronte a Dio ed ai Santi, sempre meglio che niente. Non solo, ma con eleganza schizofrenica gli adulti per ammazzare il tempo, lanciano sassi da destra e manca, dalle finestre del Tribunale, dalle verande delle caserme, dai campanili, dai balconi dell’Hotel de Ville, municipio privato di Aosta, dalla sede RAI… e non di meno dalla Casa Bianca detta Palazzo irregionale.

ECCO L’IRA DI ANNIBALE CHE SPERA NEL RITORNO DI BAFFONE.

È facile dire “che c’entra tutto questo con la Cultura?” C’entra, c’entra…, e come! E ve lo spiego con idiozia sentimentale.

Durante l’itinerante viaggio di ritorno, attirato da un’esposizione museale unica al mondo e di portata internazionale, m’intrufolo a testa bassa come un vitello nella Repubblica di San Marino, bella da visitare.

Pago poche lire all’ingresso e, appena entrato, per la prima volta in vita mia, in penombra, ho visto con occhi e toccato con mani la Vergine di Norimberga, nuda e cruda, bella e profumata, seducente in piedi, disponibile a tutti, sembrava mi stesse aspettando, prona, aperta, fatta apposta a dimensione UOMO. La guardo, le giro attorno, la tocco, arriva gente, mi distraggo, sento una stretta al cuore, abbasso lo sguardo e m’incanto alla vista della cintura di castità, una vera arma di tortura e di morte, le ho pensate tutte in quel momento, per il gusto di assaporare l’effetto che fa.

Emozione da consigliare a tutti gli uomini di legge, alle prese con l’azione di fare giustizia in questo squarcio di fine secolo XXesimo.

Non sto parlando di un pezzo di teatro con scena erotica, ma di un appuntamento terrificante, il più inquietante del Mondo: vedere oltre cento originali strumenti di tortura per estorcere all’uomo il suo pensiero. Usati prima, durante e dopo la Santa Inquisizione, essi sono un vero diario antologico degli orrori e della crudeltà umana, ove trabocca il trionfo del lato oscuro della storia.

Viene voglia di implorare un pretore d’assalto e un giudice imparziale, speciale, particolare, da Berlino alla Valle d’Aosta e il resto del Mondo, un Tribunale Internazionale, insomma.

Questi ordigni di tortura per legge non si usano più perché medioevali, ma sono stati sostituiti da altri indolori invisibili e più efficaci e sofisticati, quali le quotidiane violenze psicologiche, fisiche e mentali, e le indagini costruite per telefono, provocate anche dai vicini di casa o dai padri padroni, per non parlare di certi funzionari di regime. Tutto gratuito, finché non torna Baffone.

Per un Finale di portata Beckettiana, aspettando Godot ognuno è libero di pregare Dio a suo modo. Il mio Dio è napoletano e non riconosco altri vice dio all’infuori di Violante, Longo, Pertini e Silvia Baraldini da decenni in carcere negli Stati Uniti perché Donna, bianca, rivoluzionaria, arrestata perché manifestava Libertà per i neri d’America.

Parlo anche dei “pacchi bomba” stroncati a Milano per merito dell’assessore che stalinisticamente ha tirato le orecchie all’Onorevole Napolitano spronandolo ad usare il manico della scopa per allontanare i topi accovacciati sotto il suo tavolo di lavoro per rosicchiargli le scarpe e fargli il vestito. E anche in Valle d’Aosta Calabra non se ne può più di questo andazzo: prima il 1860 con la Piemontesizzazione poi la Valdostanizzazione, adesso la Rollandenizzazione: una vera tortura, peggio di una patata bollente nelle mani della Corte dei Conti di Aosta. In questa “Isola Felice” sono tutti compari che sputano sul Tricolore e si spacciano per francesi, peggio dell’austriaco padano detto Bossi…

La disoccupazione galoppa, uomini del diritto si improvvisano medici dei pazzi, fottendo clienti al prof. Vietti… e avanti popolo.

È mia impressione che il ministro del lavoro Tiziano Treu si fa le fusa distribuendo prebende a fantomatiche “Agenzie del Lavoro” e ignorando il problema vero di artigiani, casalinghe, studenti e senza lavoro ignorati anche dal querciarolo colonnello Ferraris, che regge la coda al “Sistema Aostano”, irreversibile, a onta degli “Esclusi”.

Altro che l’OBIETTIVO FORMAZIONE LAVORO! Tra offerta e domanda di lavoro c’è l’esame di francese da superare. Il televisivo direttore F. e la Dott.ssa De Rosa di Torino giustamente restano perplessi, ma non possono farci niente contro il sistema, quando le tradizioni sono leggi.

Bisognerebbe indagare sulla trasparenza del Ministero del lavoro e “Massima disoccupazione” e se tutto fila liscio querelatemi prima del prossimo “Autunno Caldo”.

Il mio parere è di effettuare un’urgente perestrojka, oppure un maggio francese o un altro ottobre rosso stile sovietico 1917.

Francamente non li capisco questi francesi, quindi preferisco dichiararmi estraneo al bilinguismo incentrato e avanti popolo fino alla riscossa rifondazionale, in quanto sono Lor Signori ai ferri corti con il loro difensore e i loro falsi critici, finché la rivoluzione culturale li sopporta.

E ti pareva che all’arrivo ad Aosta, di ritorno dal teatro delle Sirene di Cervia, la sera del 31 luglio a Piazza Chanoux trovo le mie fans, un gruppo di bidelle con le bancarelle, con regolare autorizzazione del Tribunale di Aosta alle prese per raccogliere 500 firme necessarie per farsi ricevere da una testa di legno per esternare le loro posizioni economica e occupazionale.

Da 250 a 500 bidelle, alcune sospese altre licenziate in tronco, come scherzo dello strapotere della ricca V.D.A. per eccesso di spese o per il gusto di mettere intere famiglie alla berlina…

Metto la firma per solidarietà e corro al teatro romano per assistere allo spettacolo “Olivetti”, laboratorio del teatro Settimo. Monologo didascalico dell’artista Laura Curino, con dizione perfetta, ostica, coercitiva, plastica nel demo, riposata, scavalca la zingara nel leggere le carte a memoria demologica con mimo incantesimale.

I presenti non erano spettatori casuali o da strapazzo, ma anche attenti studiosi di teatro parlato… da consigliare all’istruzione scolastica nazionale.

Se si spera in una società senza pregiudizi e per uscire dalle tradizioni basta confrontarci con i nostri dirimpettai franco/svizzeri per non essere ricacciati dall’Europa come cani rognosi.

Qui va di moda tirare pesci in faccia anche agli esperti di discipline economiche, come al Dottor De Rita, al Sociologo prof. Gillo e prof. Mario Deaglio perché hanno il vizietto di gridare “al lupo al lupo”.

E si è persino azzannato il coraggioso magistrato dott. Mario Vaudano, per una frase azzeccata. “La mafia di montagna” c’era e c’è ancora, nella decantata isola felice che dovrebbe essere un arcipelago. Il Palazzo tagliò corto… non gli rinnova il mandato.

Ancora una settimana e scendo dall’alpeggio diagnostico archeologico del sito P. S. Bernardo con la truppa di rilevatori, sterratori, fotografi e l’archeologa Maria Antonia Cavallaro, lasciandoci alle spalle ospizio, cromlech, elefanti e sosta di cavalli dell’epoca romana oltre alle Orme di Annibale che, a campagna archeologa esploratrice finita, resta senza lavoro. Fate qualcosa.

VE LO AVEVO PROMESSO,

IL CERCHIO SI STRINGE,

AL CENTRO DELL’UNIVERSO CI SIETE VOI.

ECCO IL CROMLECH

CROMLECH

CROMLECH

Non parlo di un altro pianeta o del prossimo Big Bang. Non temete, gli attori siete voi, le ricerche non finiscono mai. Come vi ho detto gli spiriti siete voi; il nostro sonno è fatto della stessa sostanza che sono fatti i vostri sogni racchiusi cerimonialmente in una conchiglia marina, come Dei di Pietra tornano al mittente archeologico. Anno zero, l’Architetto che crea e scrive senza mittente lo chiamo Mister Nulla, guardone, segaiolo, Auschwitz, complice la tua chiesa!!

Distinti saluti

L’Anarchico Serrastretta Dalidà di Calabria

 

 

Itinerario 2

MONTI MARE MONTI

Ispirato tra il versante Roja e la Briga, graffiando il Monte Saccarello durante l’incarpinata sulle rocce annevate dell’Alta Valle Argentina ricca di cave di ardesia, lavagna, quarzi, cristalli e siti archeologici, e come il tagliatore di pietre, in sei giorni da Arma di Taggia dopo il Ponte Romano, seguo la dorsale lungo il torrente Argentina per 40 km.

Come lo storione arriva alla sorgente seguendo le orme visibili degli orsi preistorici e del Neanderthal, per gli studiosi il primo uomo accovacciato nella fessura concava nei paraggi di Realto e Loreto di Triora un milione di anni fa.

Rinvengo un amuleto contro il malocchio e gli avvisi di garanzia dell’epoca craxiana e una clava, questa sicuramente usata dall’orso per difendersi dall’uomo primitivo che gli mangiava il miele prodotto dalle api. Se non mi credete visitate il Museo Archeologico di San Remo. Durante il percorso, appena dopo Molini di Triora, a Ponte di Pio, scopro il mulino di Amleto, anche il forno funziona ancora. Ospitato dal serografo Robert, celebre per i murales, ed il tedesco Signor Rainer e la cartomante consorte mi indirizzano dove trovare il mio Giurassic teatro Park sotto il ponte di Loreto di Triora. Ecco la prova di coraggio: caduta libera, 112 metri d’altezza per toccare il pelo dell’acqua, chiunque lo avrebbe fatto per guarirsi delle ferite occidentali inferte dal papa e la Sua Chiesa. BRAVOGRAZIE! Scusate se è poco, sarebbe da arrestare!…

Proprio lì mi aspettavano le sirene, le mie fate, folletti e le streghe teatranti viventi, una mi disse: “Masturbati prima di tuffarti con me”. Cassandra la asseconda: “Ti faccio vedere io come si fa” e dai che mi tuffo lo stesso. Durante l’apnea bevo troppa acqua ma la mia sirena era quello che voleva, mi riporta in superficie per un eterno bocca a bocca. Nel frattempo le fate e i folletti erano andati nel sottobosco in cerca di origano e tornano con fasci di erbe officinali come medicina popolare e servite in un vassoio improvvisato di rami di rododendri e muschio, dovevo annusarle tutte, in particolare una: l’erba dell’asina, e mi raccontano che l’asina quando va in calore gli si inumidiscono e gonfiano le narici, messaggi al partner per masticare anche lui quest’erba miracolosa, dilatatoria; a dirla breve serviva per fare aumentare di volume l’asta dell’asino. Le streghe di Triora conoscevano l’uso di quest’erba panacea delle pene d’amore, l’herpes, insonnia, mal di denti; con l’uso dell’erba santa recitavano riti antichi; anche Shakespeare ne rimase incantato e le assoldò per recitare le sue opere magicamente tramandate a noi. Altro che attrici e teatranti di adesso! Le bàgiue erano bellissime e seducenti a Triora, altro che caccia alle streghe. Alzi la mano chi non ha fatto uso di pozioni ed erbe magiche quali la belladonna, il giusquiamo e lo stramonio, mentre gli effetti devastanti dell’erba della madonna sono meno devastanti della vostra cicuta servita dai conventi.

Il vescovo di Albenga parecchi secoli fa le fece inquisire per evitare che la cosiddetta erba dell’asina venisse masticata dai frati del convento francescano di Triora, dove avrebbero parato questi fraticelli? Quindi le streghe vennero lapidate non per le erbe officinali ma perché sapevano leggere e scrivere ed erano pericolose per la chiesa, in realtà erano le femministe di allora già all’epoca shakespeariana come le 68TTINE o le DONNE IN NERO di adesso.

Avete capito perché la Valle Argentina è popolatissima di esploratori tedeschi, inglesi? A parte esploratori archeologici, antropologici, geologi, vulcanologi; sto parlando di un sito risalente a 10 milioni di anni fa, venite a trovarmi se ne avete il coraggio o il lasciapassare dal licantropo per lo Zelig, spettacolo di ferragosto, per togliersi le briglie del passato cavallo di battaglia del Teatro delle Forme di Torino e della Tosse di Genova..

Di notte dormo con le pecore a cielo aperto. All’alba con la PASTORA giochiamo a 1 – 2 – 3, balla, balla, balla coi lupi fino al tramonto, sull’aia della CABOTINA, casolare ricavato sulla roccia delle streghe del 1587. Improvviso la danza di Zorba per dimenticare il racconto appena fatto della pastora.

Quando soffia il vento delle streghe tra processi e fughe e condanne al rogo con l’assenso dei BEATI del 1587 di Triora. Per l’ostinata Ragion Pura il Tempo non esiste. Le mie pulsioni accelerano la verità relativa perché non mi emoziona più niente, tranne il Teatro, i viaggi, l’archeologia e le PECORE: perché sono coerenti, calde, umide e posizionate, e se le accudisci ti regalano la lana, l’agnello, il latte, la ricotta e la caciotta.

Tu non mi desti niente bella stronza pur di rimaner zitella, e io bevo latte di lumaca magico distillato preparato e servito nella cabotina dall’artista Angelamaria di Molini di Triora.

Tra magia e leggenda venite a visitare il Castelliere di Triora e il museo etnografico e delle stregonerie per vedere e toccare con mani il cromatico Automostro a tre bocche, vivente e a tre piani semi interrati, calpestando libri, preziosi manoscritti, fotografie e vecchie prigioni, antro delle streghe inquisite, strumenti di tortura e costumi, prima di arrivare allo spettacolo documentato del martirio delle streghe nel XVI secolo.

 

 

Un giorno, nel maggio 1995, Valeriano Gialli, attore regista e capocomico, ed ex insegnante di Annibale ai corsi teatrali, lo ingaggia per la parte di Dio, una voce fuori campo nello spettacolo “Il lavoro dell’attore: come gli orli della vita”. Con Valeriano, Annibale ingaggia quattro anni dopo uno scambio di lettere che rivela una diversità di linguaggio incommensurabile, una distanza che la stima e la simpatia non riescono a colmare. Tutto comincia con una lettera in cui Annibale esprime tra l’altro amarezza perché un suo scritto è stato rifiutato dal “concorso letterario” Montagne d’Argento.

 

ALTRO CHE IL GESTO E L’ANIMA…

Con Annibale Archeologico o Menestrello…

Dare confetti ai “porci” corrisponde alla morte immediata del seguito di Amleto, della POESIA e dell’Arte tutta, anche se recitata a soggetto dal grande maestro e attore Valeriano Gialli.

Ci sono cascati Cappuccetto Rosso, Lucignolo e Pollicino. Se faccio un buco nella schiena al Lupo e alla Balena non fa notizia, ma ne vale la pena. Salvando il bimbo che è in TE, salvo anche il tuo TEATRO con il rigore e la determinazione così delineati dalla ns. bimba con la mitria in testa, Paola Corti attrice.

Chi dialoga con anima e corpo con gli indifferenti della cultura è come se gli restasse l’amaro del colostro in bocca, addolcito solo da una manciata di denaro pubblico a onta degli esclusi poiché sovversivi e blasfemi. Anche il Giullare Premio Nobel italiano Dario Fo e il nobel tedesco Gunther Grass, sostengono “Non c’è letteratura se non è sovversiva”.

Giornalisti e Magistrati: attenti a non perdervi la prossima puntata… non sto scherzando, non è una ‘mericanata.

Più soldi per la propedeutica teatrale e meno spese per innalzare muri di gomma omertosi, uguale meno crimini!!

Finalmente il pubblico difende il teatro di tutti, anche se stufo di vedere rappresentazioni altrui, tristemente rivendica di recitare la Sua poesia, mostrare la Sua “arte” cromatica o musicale, pur di vedere rappresentato il Suo Dramma, le Sue Opere le Sue Gioie; anche se mediocri sono sempre di attualità e fresche di giornata, come la panna sul gelato della vita. Da gustare oggi e non domani per non fare il gioco del tiro alla fune, come vorrebbe il sosia di “Adolf Hitler Salasso” e il suo potente avvocato, reduce da un suicidio a me assai caro e famigliare che non dimenticherò mai!!

A costo di schiantarmi, come i 3 mila studenti “Anarchici per la Digos”, che non più tardi dell’anno scorso e di ieri, sotto la piccionaia della Presidenza del Consiglio Regionale e dell’assessore alla P.I. Ennio Pastoret, da ripetente, grido: “Libertà di Opinione e di Espressione”. Ci vedremo a “Saragoza” allo scadere del loro mandato! Finalmente il Menestrello sul patibolo per la risata antidepressiva si è sfogato!

Senza la complicità della Keltia Editrice che manda al macero lettere e poesie perché alla cricca indigena Salassa mista Celtica Latina, incestuosa, non piace il teatro dell’assurdo, metafisico, in quanto viaggio azzardato nel cuore della drammaturgia, improvvisata da un single povero attore orfico, anzi da un marziano sparito dalle Scene perché amava sedurre le sirene, planato sul Pianeta Terra, si è visto sputare in bocca dalle donne con la coda e con i peli sullo stomaco e le unghie dei piedi spaccate come quelle delle capre e con il diploma di SERVE del Potere con l’orologio alla caviglia e borsetta.

I tre politici primi attori farebbero bene a trovarsi a quattrocchi per ragioni umanitarie e per discutere di occupazione prima dell’arrivo del nuovo “Treno piombato” con Trotzki Leone. L’educatore Schopenhauer, le DAME dei cinghiali le avrebbe insultate con minore eleganza.

Per fortuna ci sono donne-dame e donne nelle commissioni, nei Tribunali, nelle redazioni, nelle caserme, ospedali e forestali e pompieri.

Le migliori sono quelle che ammazzano il marito, perché dà randellate in testa ai bambini… e non li portano al teatro, preferito dalle ostinate prevaricazioni probitarie delle togate e Magistrate dell’assurdo, per sfuggire al graffio dell’avvocato francese Pathelin…

Le donne da ammirare, amare e sposare sono quelle che coraggiosamente appartengono alla “Truppa DONNE IN NERO” contro le guerre di potere e il rachitismo mentale, fisico e scolastico cronico tipico di certi educatori, assai diffuso in questa isola felice.

Le Donne da immortalare sono quelle che hanno firmato con Me a favore dell’estradizione della sovversiva e piccola Silvia Baraldini che a tutt’oggi l’America ne ha paura, in quanto trasferita da Alcatraz degli Stati Uniti alle prigioni di Roma, fino al 2007 perché non è una pentita né una teatrante, ma una comunista come me, Trotzkista e non è poco per garantirvi il massimo della Libertà… (!)

Ignorata solo dalle mezze misure di sinistra… dopo la coltellata, questa è la 30esima pagina amara del Libro autobiografico “Annibale”.

N.B. SABATO 04/12/1999 h 16,00, 877 invitati nel vernissage imbandito nell’alcova dalla Presidenza del Consiglio Regionale, dall’Assessore alla pubblica istruzione, dal Sindaco e da Donna Keltia Editrice e le loro “Montagne d’Argento”.

Senza le mie duecento lettere d’Amore per l’ARTE…!!!

Nessuno escluso, tranne uno; alla Casa Bianca Deffeyes non posso andare nemmeno a spiare nella Stanza Ovale “Lewinsky” perché sorvegliato speciale da ex licenziato per “giusta causa” del campo di sconcertamento archeologico con l’articolo 2119 del Codice Civile Valdôtain.

Gli investigatori giudiziari per non annoiarsi, potrebbero indagare sulla trasparenza e sugli sprechi di denaro pubblico, deliberati per l’ascensore invisibile che porta al restauro del Teatro Romano e della Porta Pretoria e “Cosa Nostra che sovraintende ed approva”.

Annibale, lo stratega ed esperto in armi, se agli elefanti avesse integrato Donne cannone, così come lo Scrittore non ha letto le “Pagine da Salvare”, il Mondo Civicamente sarebbe rimasto una PALUDE così com’è Aosta Capitale indifferente alla Cultura generale.

Saluti dal guastafeste.

Il Marziano Anarchico

Annibale Molinaro

 

 

Incluso nella lista dei destinatari dello scritto che precede, Valeriano Gialli decide di rispondere. Anche lui è colpito dalla potenza della scrittura di Annibale, ma la vorrebbe contenere, arginare. Forse non è un’impresa possibile.

Caro Annibale,

ho letto la tua circolare sulle perle ai porci. Come altri tuoi scritti, specie quelli sui tuoi viaggi culturali e teatrali, mi è piaciuta. Ma la denuncia di un generico marcio – marcio in Danimarca credo nuoccia ai tuoi scritti.

Comunque, se fossi il direttore di un giornale, ti affiderei una rubrica di 40 righe pregandoti al contempo di essere più semplice e immediato. Ma questo è un fatto di stile e di vita.

Io non sono comunista perché il comunismo, da nobile ideologia, penso abbia la tendenza a trasformarsi nella struttura di difesa e di arricchimento non della classe operaia, ma della classe dei burocrati, da me non amata particolarmente, a parte alcune possibili eccezioni per qualche singolo individuo che è burocrate con estro artistico. No, niente comunismo. Preferisco chi, comunque, rischia, e poi la maggior parte della classe operaia preferisce i varietà televisivi al teatro di prosa.

Nello specifico vedo che scrivi ai politici patrocinatori del premio letterario Montagne d’Argento. Come me, anche loro non hanno letto la tua lettera d’amore. Non hanno certo colpe per la tua esclusione, e allora la tua protesta diventa generica.

Montagne d’Argento è comunque un premio letterario “buonista” dove hanno sempre prevalso i brani ” buonisti”.

Perché non ti metti seriamente a fare il critico teatrale. Certo devi approfondire la tua formazione. Comincia a scrivere qualche tua recensione (non più di una pagina per spettacolo) e mandamela. Degli spettacoli che passano ad Aosta. Non ho un giornale dove pubblicarle, ma possono essere utili lo stesso. La funzione della critica teatrale, completamente assente in Valle d’Aosta è troppo importante per il teatro e prima o poi qualcosa bisognerà fare.

Ciao

Valeriano Gialli

 

 

La risposta di Annibale è immediata.

HERMITAGE: TOMO, SCRITTO DA UN PAZZO, PERCHÉ NELLA SUA INNOCENZA, DAVA CONFETTI AI “PUORCI”. MI È STATO CHIESTO E L’HO FATTO! TUO SCOLARO A.M.

Caro Valeriano,

chi scrive “lettere poesie”, non fa il critico letterario…

De Filippo aveva ragione: “Gli esami non finiscono mai”!

Io credevo di avere scritto la trecentesima pagina del libro autobiografico, invece questa è la seconda pagina, dopo la tua.

Ormai le ho scritte, vuol dire che quando avrò fame, baratterò tutto. Farò stampare le pagine del libro al contrario dal 2000 al 1956; per concludere… l’ultima pagina con le mie prime parole scritte sul taccuino quarantacinque anni fa…

N.B.: Ho deciso: per un giudizio sottoporrò il mio DIARIO, alla FELTRINELLI EDITRICE.

Io non ho frequentato licei, anzi a quindici anni venni radiato dagli studi con rito scolastico per due anni, per un sei in condotta, perché davo del tu alla mia professoressa e le scrivevo “lettere-poesia”.

Allora che venni pazzo per quel 6 in condotta, al paese non potevo più rimanere, mi guardavano come un extraterrestre. Come se avessi io ammazzato il Re di Danimarca… Con la complicità della vacca… Mia madre, pensa mia madre… che arrivasse a tanta teatralità incestuosa! Per questo vedo tutto nero, io misero dannato pazzo Principe Danese. E tu Lulù, torna in convento, anzi in clausura, ti prego in ginocchio mia innocente Lulù, spaderò tutti, purché. Forte Braccio non ti avrà. E Orazio, sul mio cadavere innalzerà il nostro Teatro Monumentale Mondiale… (Amleto).

E poi che male c’era scrivere nel solaio proibito e durante la Catarsi parlare del gesto che rimane scolpito nella parola. Scrivevo dei fiori, della pioggia a Serrastretta, del treno in partenza per il paese di Luigi Pirandello, dei Pini della Sila e scrivevo anche della Madonna per questo che diventai comunista. Chi nasce fascista diventa Comunista, perché…?? Stando ad una leggenda girai il Mondo con Gian Giacomo Feltrinelli, Pier Paolo Pasolini. Tutto per aiutare il medico della Rivoluzione Ernesto Guevara. Eliminati tutti e tre presumo ad opera della C.I.A.! Cerco di non superare le 40 righe come tu mi hai scritto, ma dammi la possibilità di pensare a che libri leggevo a dodici anni? Ah si! A casa mia in campagna c’erano pochi libri, solo quaderni delle mie cinque sorelle e di due fratelli ingegneri nucleari emigrati in Venezuela (Caracas) da 40 anni ed io sogno la Baia dei Porci e ci ritornerò a costo di morire tra le Perle dei Caraibi!!!

Leggevo romanzi fino alla nausea, dai Miserabili a Guerra e pace e Anna Karenina e la piccina dei fiammiferi durante il freddo Natale. Cosetta dei Miserabili e la bella fiammiferaia già allora mi trasmisero il MELODRAMMA. Allora ero costretto di mandare a memoria tutto quello che leggevo, al punto che non ricordo più una parola, perché allora i libri andavano restituiti. Leggevo tutto quello che passava il convento e restai pazzo perché non capivo cosa rodeva dentro il mio doppio. Come Artaud… E la crudeltà fallimentare. Avevo come un tumore dentro il cuore e sono guarito quando a cinquant’anni nel 1991 ho frequentato il Duit, poi scuola di recitazione e mi sono diplomato dopo al Teatro Skené. Con i maestri: Massimo Scaglione… Silvia De Rossi, Fulvia, Tina e Maurizio Tropea… e Valeriano Gialli dopo… Per la prima volta avevo studiato parecchi classici teatrali.

Adesso alla mia età cosa posso recensire se ho già scritto 300 devastanti pagine da capovolgere il perimetro della politica mondiale? Ma non è detta l’ultima, se qualcuno mi aiuterà ricomincio da zero. Anzi ai giornalisti e magistrati avevo promesso di non perdersi la prossima tamburiata ed ecco che tu Valeriano me ne hai dato lo spunto… ad una condizione, preferisco una coltellata al cuore, ma mai il teatro in mano ai preti, allo Stato ed alle pro-loco, mai perché comporta la morte dell’attore e del teatro…

Se non il mandato ufficiale d’arresto dell’artista in scena ecco cosa volevo dire: con il buco nella schiena, al lupo al pescecane e alla balena; per salvare Pinocchio, Cappuccetto Rosso e Lucignolo, per Dio come mi debbo spiegare??? È urgente la coltellata a senso unico quindi: un atto retorico per salvarsi dall’inganno culturale che ci attanaglia da 2000 anni al lucro dei preti e delle rappresentazione rappresagliose, liturgiche occidentali, brutta razza i preti. Così interpreto il Riformatore del Mondo, Thomas Bernhard.

Ho improvvisato un’operetta tragicomica tra LUI-LEI ed i misteri del mondo te la mando adesso, anzi no, appena posso, e da finire per un giudizio, se non ti piace, buttala via.

Vuol dire che ne scriverò un’altra uguale. Io ho le prove: i reperti archeologici parlano chiaro!… da che Mondo è Mondo..!!…

Saggio antropomorfo da sottoporre al Teatro dell’Assurdo di Torino, perché diventi possibile l’Assurdo. Se ti interessa scrivimi subito.

Ciao Valeriano.

Annibale Molinaro

[annotazione a mano: Non mi ha mai più cagato.]

 

Aosta, 10 dicembre 1999

Per Valeriano di Aosta

e Maurizio Tropea del Teatro dell’Assurdo di Torino.

ESCLUSIVA

OPERETTA TRAGICOMICA A DUE BATTUTE

Regista – Autore: Annibale Molinaro

Attori LEI – LUI – I livello – II livello

Laboratorio Promozione Teatrale Sperimentale

Testo integrale di A.M.

LUI e LEI pronti a darsi la battuta con il rigore di Amleto!!

Il Testo “s’impara in scena”, con affinità provocatoria cercando un atto retorico fisico rappresentativo magari arando la massaria di un lembo di Paradiso Terrestre.

LEI tira l’aratro con una fune vegetale piegata a 45 gradi, muta, parla più con i glutei che con i muscoli delle braccia.

LUI tronfio la osserva e guarda godibilmente. Angolo albero “Melo” con frutti sparsi qua e là al centro della scena, ottanta centimetri dalla parete, un posto letto arranciato come siepe che sostituisce il divano nella scena come nella “Cantatrice calva”. L’attrice e l’attore si giocano la scena e il diploma se non rispettano le distanze consentite come da copione e se la scena giunge oscena ai seimiliardi di spettatori, fortunati di vedere, come quando e perché sia successo…!!?? (!)

A parte il “Mistero” che solo un marziano potrebbe spiegarci (!!??) con leggerezza… del perché della “Curva chiusa, larga e lunga per tutta la sua semicirconferenza”. Che io ricordi un cane che avesse fatto ritorno dal nulla!

La carnalità della passione umana degli artisti, ci fa godere la brutalità e le virtù dell’animo evocando ricordi immaginari con parole mai sentite prima.

Si apre il sipario.

Luci solari bianche e rosse illuminano la scena vuota. 1/2 minuti… buio!

Pronti gli attori all’opera, scalzi, costumi primitivi, fasci di luce al massimo poi si adottano alle scene. Voce bianca fuori campo possibilmente microfonata:

“Criminali siamo tutti!” Pausa – “Perché stiamo tra criminali!”

Sbigottimento tra i due attori; abbandonano la versura, l’aratro e si abbracciano per nascondersi e cercarsi l’uno con l’altro. È la prima volta che si toccano, si annusano, si pesano, si fanno male, si amano per farsi coraggio e capiscono che non erano soli in quel lembo di terra. Di nuovo la voce fuori campo, con voce sostenuta:

“E non ce ne andremo da questo mondo prima del nostro tempo tempoooo tempoooooo”.

I due attori mano nella mano e spalle al pubblico, strattonandosi, guardano il cielo.

Imparano a parlare, a pensare, ad immaginare, a scolpire, pittare, cantare (cosa che l’uomo moderno non fa più).

LEI – LUI ripetono l’eco “tempo tempoooo tempoooooo”

“Criminali, criminali, criminale sei Tuuuuu, Terrorista Terroristaaaa..”

Si girano faccia a faccia: “Criminali siamo noi” Si girano verso il pubblico ignorandolo: “Criminali siete voi, criminali siamo tutti. Perché stiamo tra criminali e non ce ne andremo da questo mondo prima del nostro tempo

Nuova voce femminile fuori campo:

Criminali sono quelli che affermano le tradizioni, perché le tradizioni esistono nel loro tempo “molto breve”, il tempo dell’ARTE che si alimenta di ciò che distrugge per sopra-vivere”.

Si spostano al centro del palcoscenico.

LEI “Sssssssilenzio, è tornato!”

LUI “Chi, quello di prima, il criminale, ti ricordi cosa ha detto?”

LEIMa vaaa e quel cazzo di serpente che fischia alle allodole… forse vuole fare sesso anche lui.”

LEI e LUI bestemmiano a lor modo e ad alta voce:

Criminali sono le Madonne antropomorfe, che si lasciano pittare e scolpire.”

Testo incompleto perché incomprensibile… Per il parlato volgare…

È meglio la pena di morte…!!? O le violenze psicologiche giornaliere ad opera dei buonisti burocrati?

Autorizzo gli Artefici di Teatro di stravolgere per migliorare il tutto con un atomo di riguardo al copione improvvisato.

Auguri e buon lavoro, fatemi sapere…

Fiducioso Distinti saluti.

Annibale Molinaro

 

Annibale non ha ancora esaurito la sua risposta alle osservazioni di Valeriano Gialli, ci ritorna qualche giorno dopo.

AOSTA, lì 17 dicembre 1999

Caro Valeriano,

ho riletto la tua prima lettera che ho a memoria e mi era sfuggito di rispondere a un tuo specifico nobile desiderio: ad Aosta “Prima o poi per il teatro qualcosa bisogna fare”.

Io Cittadino del Mondo come i compagni di viaggio: Alba la maestra e ispiratrice e Riccardopittore l’etrusco, discendente di Tarconte e Tirreno, figli del Re Ati da Lemno di Grecia, sappiamo che qui chi va a nozze con l’Arte, l’Archeologia e la Cultura è diffamato dai “buonisti”. Pedinato e spinto al suicidio e se non basta, viene tacciato diComunista quindi Terrorista”, schedato e cacciato come i migliori Magistrati scomodi e i migliori Medici se non blaterano il “francese” è successo non più tardi di ieri al Palazzo di Giustizia e all’USL.

E che Dio mi salvi l’Anima, che non ho!… (!)

Te ne sei accorto anche TU?? Durante i tuoi belli e dodici spettacoli teatrali a senso unico e a cielo aperto, in questo anfiteatro naturale, lungo e largo 80 Km quale è la bella Valle d’Aosta?

Ti ho seguito per detergere con la mia “terapia d’urto” le micropartecipazioni popolari che abissano i loro svaghi alle “novità artistiche”, Lor Signori politici che speculano sulle tradizioni per turisti. Qui le Tradizioni sono leggi regionali e non si muove foglia che il Führer non voglia, salvo per il Capodanno pagano che è tradizione mondiale!

Avresti raddoppiato il tuo prestigio se con la tua Truppa Culturale tu avessi partecipato alla teatralità spettacolare da canovaccio… del combattimento delle capre “chèvres” o quello delle mucche “reines” (UNA ATTRICE È MENO CHE VACCA) e il dubbio spettacolo con i “Galli da combattimento” e la Festa cosmopolita dei Calabresi.

N.B.: Attirano più gente due Santi di legno tarlato, San Giorgio e San Giacomo, con il tutto esaurito, che il Papa rosso in carne ed ossa in vacanze alle Combes, tutto gratuito, “e io pagooo”!

E concludo: come pura archeologia, io che c’entro in tutto questo?? Capisci perché i veri Attori sono gli allevatori e agricoltori, e i ragazzi del villaggio che disertano il Teatro???

Perché lavorano duro nei campi e quando è assolato lavorano anche la notte e la Festa restano alla “magiona” in quanto stanchi; gente umile e genuina, e quando possono si inventano i giochi teatrali da soli, sotto casa.

Disertano la Città, morta e corrotta, per non farsi intimidire dagli oziosi che vestono alla moda con le signore dal fiore regalato dai PRETI e che… fa numero tra i “buonisti” e ai Teatri tristi e deserti.

Solo il teatro d’avanguardia alla Carmelo Bene recepisce il mio “Messaggio”.

Ti ringrazio della tua presunta conferita Laurea “honoris causa” ad aspirante critico teatrale.

Ma tu lo sai che il mio “Genio sta nell’azione” alla Guglielmo Tell… e “Prima o poi, qualcosa bisogna fare” ma sai che ti dico: Prima o poi noi due finiremo in prigione come Galileo Galilei con il bel dire: “Eppur si muove”. È meglio dividerci adesso… Affinché l’assurdo non si avveri… A che serve aspettare ancora? È da 50 anni che aspettiamo Godot noi due. Godot non viene più. Ne sono sicuro, si è rotto un ginocchio, me lo ha detto quel ragazzo svanito nell’aria, non sta in piedi, non si regge sugli sci, gli gira la testa, vomita i miei peccati, ha paura della resa dei conti, il mondo non lo segue, non sa teleguidare l’astronave. Capisci Valeriano, perché Godot non è mai venuto? Perché Lucifero al suo posto ha candidato la compagna Nilde Jotti ed il colonnello Gheddafi, una in cielo, l’altro in Oriente, per la pace e la stabilità del mondo!

“CARTA CANTA” è fallito anche LUI, Dio è morto, è scritto in questo biglietto, me lo ha dato stamattina Samuel Beckett. Lo conosci anche tu il mio maestro Samuel Beckett. Addio Valeriano Gialli me ne torno dalla mia ARIEL. Ciaooo Signor Pozzo Capitalista. Pozzo risponde al saluto fatto dal proletario LUCKY:

– Ciao, addio.

– Dio tienitelo per te, va ffa ‘n culo.

Pozzo sconsolato si è offeso e non risponde e il proletario Lucky soddisfatto si allontana:

– Resta impalato!!… – esclama – Il mondo a che serve se non perdi il migliore vicino? E la vita continua verso i cimiteri, meta assoluta, transazione infinita. Ciao Signor Pozzo(!)

Sinceri saluti.

Tuo scolaro

Annibale Molinaro