Per Virginia

Alla fine ci siamo trovati soli

ringhiando al mondo come due cani affamati d’arte

tra verbi e simboli complessi – enunciati.

Oggi 05 il primo giorno d’inverno

per gli ignudi è inferno eterno

inferno inverno fiorentino.

Virginia, bruco nel prato dei tuoi versi.

Se vivessi ancora chissà domani

se mi nutrirò della sostanza della tua mente

eccellente veramente eccellente.

Non c’è altro da fare per dare un senso alle cose

e alle parole non dette ma dette

e da fissare perché lo si sapeva già

da chi non diceva niente.

Le parole si disfano e ne registro il rimbombo.

Da catturare, percepire, costringere a note musicali.

Se fossimo così grandi

Leggeremmo il linguaggio del vento.

Viaggio azzardato durante la drammaturgia annibaliana.

Rilassati, concentrati, chiudi gli occhi e lasciati andare

In assiomi, un tuffo nel vuoto per riempire il nulla del vuoto nel vuoto.

Ti vortico attorno per dare un senso al verso e ai suoni che mi sollevano al cielo.

A testa alta ti prego dài tu un senso all’alter-ego.

Prima di tuffarti controlla le parallele spaziali con la mappa,

segui le coordinate e mi raggiungerai nel fondale marino

là dove con la piroga ammiraglia titanic inabissata

Nel nulla del vissuto per colpa delle renitenti rosa

Segui il riflesso della stella polare in verticale e giù.

 

Portati mille borracce di ossigeno perché noi abbiamo le branchie per respirare come gli extraterrestri sottomarini. Portati le pinne, la biancheria non serve perché non c’è dove asciugarla. Portati balocchi pennelli tavolozza carte e penna per scrivere la nuova Odissea annibaliana virgiliana virginiana e una gerla di tiramisù.

Nuotando nuotando ho rinvenuto il classico “mulino di Amleto” che macina teatro da mangiare con le mani, in piedi, e senza tante cerimonie. Il mulino, inabissatosi nell’età d’oro quella notte della tempesta senza tempo che ispirò il drammaturgo Shakespeare e succedanei.

Scavando scavando ho scoperto il terzo pianeta, ti piacerà un mondo questo possibile nuovo mondo da ripopolare. Un’altra luce che tu cerchi col pennello e i colori che mi hai fatto vedere per riflesso sullo schermo del mio computer e che rimarrà come lezione di luce ai posteri accademici.

In apnea al tuo arrivo si festeggerà: si balla si fatica si suona e si mangia con le mani. Ne l nostro cantuccio troverai vino mirrato procurato da Nausicaa la musa di Ulisse. E sul letto del mare la bella Salomè danzerà sulle uova dei pesci a piedi nudi. E alla fine del concerto, pancia a terra, scenografia sensibile per cenare con uova di dinosauri, molluschi, tartufi marini e pesce, pesce a volontà. Tra schegge di coralli diamanti e preziosi sassolini di cristallo e stelle marine apostrofate e rapite dal sole raggiante che determinano il nostro paradiso terrestre in assoluto. Le donne, le donne quante ne fanno le donne, viste da Benigni ti fanno vedere e toccare Dio con le mani, quello doc quello vero che vive nell’immaginazione e nella testolina dei bambini che ignari evocano un altro padrone severo punitivo, al soldo dei poveri. Ecco cos’è l’indignazione di un anarchico insurrezionalista bakuniniano come me e altri anarco-rivoluzionari vittime di logiche burocratico-persecutorie. Il ministro Pisanu più ne ha più ne metta ancora per pochi mesi e poi giù.

Virginia, gentilissima signora,

buon Natale ai primi fiocchi di neve e a tutti i bambni del pianeta orfani per guerre tra i popoli e per effetto del progresso fasullo tagli alle spese pubbliche necessaire come il pane che è la poesia la musica il canto. Questo lo dice Pinocchio a strisce alla signora Moratti che dovrebbe insegnare a scrivere a tutti i bambini e a saper parlare ai bambini.

Buon Natale Virginia per i tuoi attributi nella razionalità per perfezionare l’animalità del pecorame di questo mondo empio e spossato tra menzogna e crudeltà.

Buon Natale per la tua sintassi logica che mi hai lusingato di nuovo, ma resto imparziale per una “Umanità Nova” contro i giochi della politica di comodo. Contro chi sostiene che il domani deve essere come oggi. Resto solidale con la lotta della Val di Susa NO TAV. La lotta si estende dalla Valle d’Aosta a Palermo contro l’alta velocità e i mali affari.

Buon Natale ai tuoi gracchi Piergiorgio e alla piccola Eleonora Duse d’Arborea. Io passerò le feste con i miei vicini di casa, che tu conosci, Ivana e Danì, e altri, per poi andare al concerto del cineteatro Arkeos ex Splendor, su cui ipotizzo un’indagine delle autorità competenti giudiziarie, o me ne occuperò io con PILOTO IO come nei vecchi tempi della guerriglia urbana contro i cantieri mangiasoldi che sembrano un rudere bellico sotto gli occhi della solerte Moratti due valdôtaine, che due più due fa tre, al ribasso.

E avanti popolo per una “Umanità Nova”. La lotta si fa dura e si gioca in casa. L’altro ieri a Torino, al parco della Pellerina con gli studenti dell’università si urlava “fischia il vento, è tornato l’amianto”. Pane per i denti ai partecipanti Dario Fo Franca Rame Beppe Grillo e Marco Paolini, vedi

http://www.notav.it

eravamo in ottantamila. Il Questore di Torino parla a bassa voce e dice “saranno millecinquecento”. Dal palco una voce autorevole, assieme ai tredici sindaci francesi e altrettanti valsusini invita a cercare il Questore e che salga anche lui sul palco per vedere come si può prendere ottantamila calci nei coglioni.

Alla fine del corteo, mentre i manifestanti tornavano a casa, sul treno Torino – Milano sapete chi c’era? Il microbo, l’eurodeputato Borghezio, quello che provocatoriamente disinfettava i treni dove erano seduti gli extracomunitari. Per ironia della sorte i leoncavallini o gli anarchici insurrezionalisti annibaliani involontariamente accarezzano l’eurodeputato leghista.

E la lotta continua con il serpentone della talpa fosforescente che si estenderà da Torino a Palermo e da Trieste a Cagliari.

1 commento su “21 dicembre 2005. Buon Natale a Virginia”

  1. Anche quest’anno il mese di dicembre si caratterizza con le tante iniziative nell’ambito di “Natale a colori”. Oltre

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