Stella, io so cosa rischio al declinare delle prevenzioni, per questo mi hai spaventato, mi sei caduta a un palmo dal naso, potevi pigiarmi. Chi sei? Da dove vieni? Come mi hai raggiunto? Per chi lavori, per il KGB o per la CIA? 

A tempo perso lavoro per tutti e due. Chiamami Simba. Ti ho raggiunto via telematica per chiarire i tuoi sms, conosco il tuo codice segreto e ti ho copiato il brevetto, in letteratura si può fare questo e altro. Per norma non sopporto né censure né menzogne. Sono Simba la figlia di Elios. Le tue pagine, gialle, mi interessano, le trovo coraggiose e originali per sensibilizzare lettori e spettatori. A scanso di equivoci mi diletto di lezioni di morale, per non vergognarmi del lieto fine di un cacciatore di teste associate alla tua indignazione plausibile. Ai tempi supplementari chiedi la testa ai tuoi nemici del popolo e degli alberi, associàti a onorevoli WANTED con condanne definitive e dediti a carità pelose non eque ai bisogni reali,  amministratori che si trincerano dietro l’arma del silenzio anche durante le udienze – al vaglio di maestri di giornalismo, quelli cattivi, forti e coraggiosi. Per l’ultima fiction annibaliana possibile all’idea originale nel primo settennato del ventunesimo secolo.

Come tu fossi antigene sospetto in un corpo di errori reiterati che ormai sa come scatenare sistemi immunitari. Copiami pure, tanto ci sei abituato a calcare la scena come Aiace il greco e gli dèi te ne saranno grati. Ho bisogno della tua energia extraterrestre per comunicare meglio con le miniere del sale sapiens che a iosa trovasi nelle viscere di Venere. E commutare questo assurdo pianeta in un azzurro infinito all’insegna di quell’antro blu oltremare.

Esausta di compiti assegnati a tradimento poggio il travicello per farti arrancare sul sito vetrina.clubpoeti.it. Sul monticello barbaricino Tiscali ho trovato Lui, il mio Est il mio Ovest, punto cardine per godermi all’aperto una notte di luna piena e di miele d’arancio sulla sabbia cristallina del Golfo di Orosei contaminato solo dalle surfiste del tuo pensiero distolto.

Fatti sotto se hai coraggio. Ti pigerò come l’uva perché sono la tua meteora nel pianeta delle libellule dopo i tuoi amatori e recensori del teatro dell’assurdo.

Dopo le emozioni dal buio fammi assaggiare la torta gelato al gusto di poesia.

30 giugno 2007

Annibale